Poesie nella rete

Questa poesia
due volte nulla dice,
due volte questa,
nove volte due,
due volte dice,
due volte nove,
due volte e,
due volte undici,
undici volte volte,
due volte più,
due volte poesia,
e nulla più.

«Trema, Terra, trema!
Tremate, Titani, tremate!»
tuonano terribili teno®i
trapanando teste
tra tromboni, tube,
tra trombe,
tra timpani, tamburi,
tastiere torturate:
triste Tosca-tarantella,
travagliato tea-time-Trovatore:
tragiche tempeste, titubanti tremolii.
Tutto torna tranquillo,
tuttavia: troppo tardi.
Tre teno®i – troppi teno®i,
troppe tediose T.
Tacete, teno®i, tacete!

Non sentirà
le tue labbra sulle sue
se prima non le avranno
toccato l'anima
e il bacio
non le toglierà il fiato
se prima non le avrà
tolto il dubbio

Bada: mai udire le folle di ieri!
L'aio di dame fa i ruderi, e belli!
I dì del maiale: bere al di fuori.
Alle badie, dire i ruoli di fame.
Fili di biada e lì l'edera muore.
Lì, madide furie, il boia le rade.
Ali dei merli, la bufera, e Iddio
li riforma: e due laide e i baldi.
Eludi! E dài i remi al bel faro di
Rodi, idea di meli, urla le fiabe!
Fiumi dei re, e lei balla di rado.
Ride e duole a mille arabi fidi:
Leda illude i bari dei mori, e fa
i fiori del male di Baudelaire.

Non vorrei mai fare una carezza
a chi non la desidera.
Non vorrei mai scrivere un verso
a chi ripudia la poesia —
o almeno la mia.
Non vorrei mai udire il canto
né una semplice parola di chi
non vuol essere ascoltato.
Non vorrei mai fare un regalo
od offrire una cena a chi,
senza piacere,
l'accetta per farmi piacere.
Non vorrei mai mitigare
le sofferenze di chi ha scelto
di vivere per soffrire.

Vorrei permettere a chiunque
di saggiare i suoi sospetti
sul mio conto e di riuscire
a dissipare ogni suo dubbio.
Ma non vorrei mai fare pubblicità
della mia onestà a chi il dubbio
lo coltiva per ricavarne il pretesto
che giustifichi la sua distanza.

Vorrei comunque aprire la porta
a chiunque bussi
dopo aver cambiato idea.